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Etna Doc sempre più bianchista: ormai è testa a testa tra carricante e nerello. Un cambio di passo abbastanza recente se si pensa che solo nel 2018 l’Etna Rosso valeva il doppio del bianco (2 milioni di bottiglie contro un milione) e la produzione cresceva del 59% rispetto al 28% dei bianchi. Il bilancio 2023 mo- tra uno scenario radicalmente cambiato: le bottiglie di rosso sono 2 milioni e 700mila a fronte dei 2 milioni e 400 mila di bianchi, comprensive dell’Etna Bianco Su- periore localizzato a Milo. Quest’ultima tipologia, che fa ancora numeri modesti, è comun- que triplicata, anche perché i produttori che all’inizio era- no appena tre pionieri oggi sono diventati più di una ventina.
“Se prima la superficie era sbilanciata a favore del ros- so, ora la crescita maggiore riguarda l’Etna Bianco a base di uva carricante” rivela il presi- dente del Consorzio Francesco Cambria (avvocato, titolare dell’azienda Cottanera) “Fre- schezza, sapidità, le sensazioni della montagna sono la base
del loro gradimento”.

›› NEL NUOVO DISCIPLINARE LA SCOMMESSA SULLE BOLLICINE
L’altra tipologia che merita attenzione è quella delle bol- licine. “Anche per gli spumanti c’è una crescita percentuale (più che raddoppiate le bottiglie rispetto al 2018; ndr)” evi- denzia Cambria “ma si tratta ancora di una base numerica piccola”. A raccontare il fenomeno
è Seby Costanzo, architetto, titolare di Cantine di Nessu- no e vicepresidente del Consorzio: “Fino a 10 anni fa i produttori di spumante erano 3-4, oggi ce ne sono 20-25 per un totale di poco più di 200 mila bottiglie di doc”.
Proprio lo spumante è una del-
le novità del disciplinare che sancirà il passaggio dalla Doc alla Docg, deliberato in una delle ultime assemblee del consorzio, con l’estensione della produzione di bolli- cine al carricante (finora era limitata al nerello mascale- se). In più, si fissa un limite massimo a 70 quintali per la produzione dei vini di contrada e del Bianco Superiore. L’altra motivazione per il passaggio alla Docg è la traspa- renza. “Lo avremmo fatto comunque, ma il nuovo Cda si è im- posto sull’applicazione della fascetta dal 2025: Le fascette sono un bollo di stato, sono numerate, le devi comprare: è uno stru- mento di trasparenza e di controllo”, assicura Costanzo.