DA VINO AL VINO - Blog di Franco Ziliani
La struttura dell’Etna è molto complessa. A vederla solo in foto sembrerebbe un unico edificio vulcanico: niente di più lontano dalla realtà. Sono almeno trecento i coni vulcanici etnei riconoscibili nell’ era moderna, senza contare le fratture eruttive che sono in continua, giornaliera evoluzione, cambiando il paesaggio della Muntagna anche in questo preciso momento. Il vulcano è vivo e si trasforma plasmandosi nella sua stessa materia lavica. E si vede. È il suo corpo che cambia; non solo nella forma e nel colore.
Una particolare successione di quattro edifici vulcanici particolarmente suggestiva, considerata la facilità di accesso e di visibilità di questi siti, si ha sul fianco sud est dell’Etna, tra i comuni di Viagrande, Trecastagni e Zafferana Etnea. Si tratta rispettivamente di Monte Serra, Monte S. Nicolò, Monte Gorna e Monte Ilice. Da questi incroci di colate laviche dalla storia millenaria e da questi conetti vulcanici ormai spenti si sono formati dei terreni fertilissimi, ricchi di tutta la mineralità della roccia magmatica, in alcuni casi prevalentemente sabbiosi, in altri invece ricchi di scheletro. Qui i vigneti li troviamo a quote più basse, dai 400 metri fino ai 750. Il clima invernale è abbastanza piovoso ma sicuramente è più caldo d’estate rispetto al versante Etna nord, complice anche la vicinanza del mare, sul quale il versante est si affaccia, guardando il sorgere dell’alba.
Se le altitudini di questi terreni sono collinari, le loro pendenze sono invece paragonabili a quelle dei siti di alta montagna più eroici. I contadini coltivavano frutteti di mele, pere e ciliegie con risultati superlativi, ma il fiore all’occhiello di queste produzioni eroiche restano i vigneti, per lo più ad alberello tradizionale etneo. È commovente osservarli, sia quelli in stile antico arrampicati in ordine sparso, assecondando il rispetto delle pendenze, sia quelli che si ergono su splendidi terrazzamenti più moderni e regolari, trattenuti da muretti a secco in pietra lavica.
Infine, questa incantevole passeggiata sull’ Etna si conclude sul Monte Ilice, nel territorio di Zafferana Etnea, sul più alto di questi piccoli promontori, dove la coltivazione è veramente “eroica”. I vigneti di Cantine di Nessuno, nella zona di Carpene più internata, sono disposti su terrazzamenti abbastanza regolari, mentre sulla cima del Monte, la vigna di Nerello Mascalese da dove si producono il Cru “MIlice” ed il metodo classico “Apum” ha una pendenza che può arrivare oltre al 60%.